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Curriculum vitae

Percorso accademico

Salvatore Luongo, nato a Napoli il 10/7/1958, ha conseguito la laurea in Lettere Moderne nel 1982 presso l’Università degli Studi di Napoli, discutendo una tesi di Filologia romanza e ottenendo il massimo dei voti. Nel 1983 ha vinto il concorso per un posto di professore «encargado de curso» all’Universidad de Barcelona (Spagna), dove ha insegnato fino al 1985. Vincitore nel 1986 del concorso a un posto di ricercatore per il gruppo 38 (Filologia romanza), dal 1987 al 1998 ha prestato servizio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Basilicata, dove ha ricoperto per affidamento gli insegnamenti di Filologia romanza (aa. aa. 1991/1992, 1992/1993, 1993/1994), di Lingua e letteratura spagnola (aa.aa. 1994/1995 e 1995/1996), e di Filologia ibero-romanza (aa. 1996/1997, 1997/1998). Nel 1998 ha vinto il concorso a posti di professore associato per il settore scientifico disciplinare L10A (Filologia romanza), e dal 1 novembre dello stesso anno al 31 ottobre del 2003 ha prestato servizio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università di Napoli. Nel medesimo periodo ha ricoperto per affidamento l’insegnamento di Filologia romanza presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università degli Studi di Napoli “l’Orientale”, presso la quale (a decorrere dal 1 novembre 2003) è attualmente in servizio in qualità, dopo aver vinto nel 2004 il concorso a un posto di professore ordinario per il settore L-FIL-LET/09 (Filologia e linguistica romanza), di professore ordinario.


Attività scientifica

Salvatore Luongo ha rivolto i suoi primi interessi a testi pratici italiani di area meridionale, àmbito in cui ha approfondito lo studio di un elenco di spese navali, già oggetto della tesi, pubblicando un articolo sulle caratteristiche linguistiche del documento (Capitoli per la storia linguistica dell’Italia meridionale e della Sicilia: III. Il Conto delle fuste di Policastro [1486], in «Medioevo Romanzo», VIII, 1981-1983, pp. 225-58). Ha poi condotto indagini sulla cultura siciliana dei secoli XIV e XV, approntando l’edizione critica della traduzione quattrocentesca del manuale di confessione Renovamini attribuito a Bernardino da Siena, corredata, oltre che da una nota al testo, ove sono affrontati i problemi filologici (posizione dell’unico manoscritto che ha tramandato la traduzione rispetto alla vasta tradizione toscana e ricostruzione dei suoi rapporti con l’originale peninsulare), da una introduzione in cui è delineata la posizione dell’opera sullo sfondo della produzione isolana coeva (Ordini di la confessioni «Renovamini», [edizione critica, introduzione, nota al testo e glossario], Palermo, Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani [«Collezione di testi siciliani dei secoli XIV e XV», 17], 1989, CIII + 276 pp.). L’edizione è stata preceduta dalla pubblicazione di uno studio (poi in parte ripreso nell’Introduzione al volume) sul metodo di lavoro adottato dall’anonimo traduttore, in cui sono valutati gli scarti, le destrutturazioni e le ristrutturazioni rispetto al modello toscano e i condizionamenti da questo esercitati sulla facies linguistica della versione siciliana (La traduzione siciliana del ‘Renovamini’ attribuito a san Bernardino da Siena, in «Bollettino» del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, XV, 1986, pp. 145-83).
Salvatore Luongo si è poi dedicato a una ricerca sull’epica romanza medievale, occupandosi in particolare delle chansons de geste antico francesi appartenenti al ciclo di Guillaume d’Orange. L’indagine si è svolta sui due versanti dell’analisi letteraria e dell’edizione critica. Lo studio degli incroci fra tradizione letteraria e folclorica, delle interferenze con altri modelli del sistema letterario coevo e delle dinamiche tra i diversi livelli di cultura, rapportabili a diversi gruppi sociali, che convergono nella codificazione del genere, ha dato luogo a tre articoli, il primo sui processi di “carnevalizzazione” del discorso epico nel Charroi de Nîmes (Codificazione del discorso epico e cultura del Carnevale: il ‘Charroi de Nîmes’, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Basilicata», aa.aa. 1987/1989, pp. 199-224), il secondo sull’incidenza dei motivi folclorici e della tematica amorosa in un testo “periferico”, a metà tra chanson de geste e roman courtois, come la Prise d’Orange (Tra periferia e centro del discorso epico: note sulla ‘Prise d’Orange’, in «Medioevo Romanzo», XV, 1990, pp. 211-34), il terzo sui motivi antropologici che confluiscono nel personaggio di Orable (La ‘femme magicienne’: Orable tra epopea e folclore, in Charlemagne in the North. Proceedings of the Twelfth International Conference of the Société Rencesvals, Edinburgh 4th to 11th August 1991, ed. by Ph.E. Bennett, A.E. Cobby and G.A. Runnalls, Edinburgh, Société Rencesvals British Branch, 1993, pp. 345-59). Nell’àmbito più strettamente filologico ha curato l’edizione delle due redazioni C e D del Charroi de Nîmes, che prevede, oltre all’approntamento dei testi critici, allo studio della tradizione e alla discussione della strategia editoriale, un ampio commentario (Le redazioni C e D del ‘Charroi de Nîmes’. Edizione critica, Napoli, Liguori [«Romanica Neapolitana», 28], 1992, 432 pp.). Il lavoro di edizione è stato preceduto da due articoli, poi parzialmente confluiti nella Nota ai testi dell’edizione, il primo sulle caratteristiche strutturali della redazione tràdita dal ms. fr. 1448 (Il ‘Charroi de Nîmes’ nel ms. fr. 1448: un caso di restituzione memoriale?, in «Medioevo Romanzo», XVI, 1991, pp. 285-321), il secondo sulle tecniche di rimaneggiamento della versione rimata del Charroi e di altre canzoni del ciclo cui esso appartiene (Dalla rima all’assonanza: la versione ‘r’ della ‘geste’ di Guillaume d’Orange, in La Filologia romanza e i codici. Atti del Convegno, Messina, 19-22 Dicembre 1991, a cura di S. Guida e F. Latella, 2 voll., Messina, Sicania, 1993, I, pp. 197-223). Nello stesso filone di ricerca ha poi lavorato a un'analisi di una versione in prosa francese di tre canzoni della Geste e sulla rielaborazione delle stesse nelle Storie Narbonesi di Andrea da Barberino (Il “piccolo ciclo” di Guglielmo nel ‘Roman’ in prosa, in La ‘Chanson de geste’ e il ciclo di Guglielmo d’Orange. Atti del Convegno di Bologna, 7-9 ottobre 1996, a cura di A. Fassó, Roma, Salerno Editrice, 1997, [= «Medioevo Romanzo», XXI, 1997], pp. 382-403; Il “nucleo ciclico” ‘Couronnement de Louis’, ‘Charroi de Nîmes’, ‘Prise d’Orange’ nelle ‘Storie Nerbonesi’ di Andrea da Barberino, in La tradizione epica e cavalleresca in Italia [XII-XVI sec.], a cura di C. Gigante e G. Palumbo, Bruxelles, Peter Lang, 2010, pp.141-72).
Ha poi atteso a un’indagine su alcuni aspetti dell’epopea castigliana, avviata con l’analisi strutturale e tematica del nutrito corpus di testi, cronache e romances, che hanno tramandato la Leyenda de los siete infantes de Lara, il cui studio (tentando di individuare le funzioni degli scarti reperibili tra testo e testo e di collocarli nella storia) si prospettava particolarmente proficuo per la valutazione delle manifestazioni e delle trasformazioni nel tempo di una leggenda epica. La ricerca ha dato origine a cinque saggi, il primo sulla distinzione assiologica dei personaggi nella versione della leggenda tramandata dalla Primera Crónica General (Eroi e felloni: note sulla leggenda degli Infanti di Lara nella ‘Primera Crónica General’, in «Medioevo Romanzo», XIX, 1994, pp. 107-31), il secondo sulle caratteristiche che qualificano l’eroe vendicatore nella cronaca alfonsina e in quella patrocinata da Pedro de Barcelos («El que vengó después a su padre et a sus hermanos»: Mudarra nella ‘Primera Crónica General’ e nella ‘Crónica de 1344’, in «Medioevo Romanzo», XIX, 1994, pp. 301-23, articolo preceduto da un altro contributo: Tra ambivalenza e integrazione: Mudarra nella ‘Crónica de 1344’, in «Le Forme e la Storia», n.s., VII, 1995, pp. 31-46), il terzo sulla cospicua serie di innovazioni, macroscopiche e di dettaglio, esibite dalla registrazione conservata nella Refundición toledana de la Crónica de 1344 (La leggenda degli Infanti di Lara nella ‘Refundición toledana de la Crónica de 1344’, in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Basilicata», a.a. 1993-1994, pp. 261-90), il quarto riguardante il sunto incluso da Lope García de Salazar nel suo Libro de las bienandanzas e fortunas (Fra tradizione e innovazione: la leggenda degli Infanti di Lara nel compendio di Lope García de Salazar, in «Medioevo Romanzo», XX, 1996, pp. 209-30), l’ultimo sulle valenze simboliche dell’astore che compare ripetutamente sia nella prima che nella seconda parte della leggenda (Il cavaliere e l’astore: un’immagine multivalente nella leggenda degli Infanti di Lara, in «Cultura Neolatina», LVII, 1997, pp. 277-95).
Salvatore Luongo si è poi dedicato a una nuova ricerca che ha per oggetto alcuni specifici aspetti della letteratura spagnola medievale, a cominciare dal genere epico e dalle sue continuazioni cronistiche tre e quattrocentesche. Lo studio delle prosificazioni, che talora sottopongono gli originali poematici ad una profonda opera di rilettura e di adeguamento a nuovi orizzonti culturali, ha dato luogo, al momento, a tre saggi, il primo sui procedimenti di trasposizione dal verso alla prosa, con incursioni anche nelle mises en prose di romanzi e chansons de geste antico-francesi, il secondo, più specifico, sulla versione della leggenda di Bernardo del Carpio nella Crónica patrocinata da Alfonso X el Sabio, il terzo sulla versione della prima parte del Cantar de Mio Cid nella stessa Estoria de España alfonsina. (Dal verso alla prosa, in Lo spazio letterario del Medioevo, 2. Il Medioevo volgare, dir. P. Boitani, M. Mancini, A. Vàrvaro, vol. I. La Produzione del testo, to. I, Roma, Salerno Editrice, 1999, pp. 613-46; La leggenda di Bernardo del Carpio nella ‘Primera Crónica General’, in L’épopée romane au Moyen Âge et aux temps modernes. Actes du XIVe Congrès International de la Société Rencesvals pour l’Étude des Épopées Romanes, publiés par S. Luongo, 2 voll., Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2001, I, pp. 281-99; La primera parte del ‘Mio Cid’ en la ‘Estoria de España’ alfonsina: una revisitación, in Rumbos del hispanismo en el umbral del Cincuentenario de la Asociación Internacional de Hispanistas, vol. II, Medieval, a cura di A. Garribba, Roma, Bagatto Libri, 2012, pp. 85-95). L’utilizzazione della griglia teorica offerta dagli scritti di Francesco Orlando sulla letteratura come «formazione di compromesso» tra repressione e represso, ha invece consentito di analizzare la particolare funzione svolta dalla comicità nell’episodio che vede protagonisti l’eroe e due usurai nel Cantar de mio Cid (Facciata comica e contenuto serio nell’episodio di Rachel e Vidas del ‘Cantar de mio Cid’, in L’épopée romane. Actes du XVe Congrès international Rencesvals, Poitiers, 21-27 août 2000, publiés par G. Bianciotto et C. Galderisi, Poitiers, Université de Poitiers-Centre d’Études Supérieures de Civilisation Médiévale, 2002, pp. 589-99; Tra ‘Witz’ e Carnevale: l’episodio di Rachel e Vidas del ‘Cantar de mio Cid’, in «SigMa», 3, 2019, pp. 17-45. La teoria sul dono di Marcel Mauss ha costituito il punto di partenza per un’analisi delle modalità di scambio nello stesso testo (Servizio, ricompensa e dono nel ‘Cantar de Mio Cid’, in Vincolare, ricambiare, dominare. Il dono come pratica sociale e tema letterario, Atti del X Convegno Internazionale, Rocca Grimalda, 23-25 settembre 2005, a cura di N. Pasero e S. M. Barillari, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2007, pp. 125-51). Alle questioni ecdotiche poste dal Cantar è dedicata invece la discussione Codice unico e trattamento critico del testo: il ‘Cantar de Mio Cid’ di Alberto Montaner (in «Medioevo romanzo», XXXII, 2008, pp. 395-417).
Nell’ambito della stessa ricerca, un secondo filone di indagine è stato individuato nel Libro de los enxiemplos del conde Lucanor et de Patronio di Juan Manuel, al quale Salvatore Luongo ha dedicato una monografia («En manera de un grand señor que fablava con un su consegero»: il ‘Conde Lucanor’ di Juan Manuel, Napoli, Liguori, 2006 [«Romanica Neapolitana», 35], 309 pp.), preceduta da una serie di articoli preparatori (Il corvo che ingannò i gufi: dal ‘Calila e Dimna’ al ‘Conde Lucanor’, in Medioevo romanzo e orientale. Il viaggio dei testi, III Colloquio Internazionale, Venezia, 10-13 ottobre 1996, a cura di A. Pioletti e F. Rizzo Nervo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1999, pp. 463-75; «Estado» e «salvación»: il salto di Riccardo d’Inghilterra [Conde Lucanor I 3], in «Medioevo Romanzo», XXIII, 1999, pp. 443-56; «El mejor omne et el más complido»: l’esempio XXV del Conde Lucanor, in «Revista de Literatura Medieval», XII, 2001, pp. 159-75; Mundo, hombre, Dios: L’esempio LI del ‘Conde Lucanor’, in Testi, generi e tradizioni nella Romània medievale. Atti del VI Convegno della Società Italiana di Filologia Romanza, Pisa, 28-30 settembre 2000, a cura di F. Cigni e M.P. Betti, 2 voll.Pisa, Pacini Editore, 2002 [= Studi Mediolatini e Volgari», XLVIII], pp. 119-41; Sulla lealtà (‘Conde Lucanor’, I XLIV), in «Medioevo Romanzo», XXVI, 2002, pp. 250-69; Testi e macrotesto: gli ‘enxiemplos’ in posizione “marcata” nel ‘Conde Lucanor’, in Medioevo romanzo e orientale. Macrotesti fra Oriente e Occidente, IV Colloquio Internazionale, Vico Equense, 26-29 ottobre 2000, a cura di C. Carbonaro, E. Creazzo e N.L. Tornesello, Soveria Mannelli, Rubettino, 2003, pp. 55-71; Epica, storiografia, esemplarità: Fernán González nel ‘Conde Lucanor’, in Les chansons de geste. Actes du XVIe Congrès International de la Société Rencesvals pour l’Étude des épopées romanes, Granada, 19-26 de septiembre 2003, a cura di C. Alvar e J. Paredes, Granada, Universidad de Granada, 2005, pp. 417-29), indagando la peculiare struttura dell’opera, con speciale riguardo ai rapporti sintagmatici tra le sue parti, discutendo la questione, fondamentale nel Libro, dell’interpretazione dei segni, verbali e non verbali, emessi dalla realtà, analizzando le modalità e i fini della profonda rielaborazione cui sono sottoposte le fonti utilizzate, e tentando di precisare l'orientamento ideologico del testo. La monografia è stata seguita da sette contributi dedicati al capolavoro manuelino: ‘Axis libri’: l’albero della Menzogna e il Bene e il Male nel ‘Conde Lucanor’, in Autour du XVe siècle. Journées d’étude en l’honneur d’Alberto Vàrvaro, Liège, Bibliothèque de la Faculté de Philosophie et Lettres de l’Université de Liège, 2008, pp. 79-92; Tra esempio e novella: ancora sull’esempio L del ‘Conde Lucanor’, in «A.I.O.N – Sezione romanza», LI, 2010, pp. 9-28; Didáctica, alegoría política y autobiografía: una nueva lectura del ejemplo XXXIII de ‘El Conde Lucanor’, in ‘El Conde Lucanor’ de don Juan Manuel: construcción retórica y pensamiento politico, a cura di O. Biaggini, J.-P. Jardin, H. Thieulin-Pardo, «e-Spania», [online] 21 juin 2015, http://e-spania.revues.org/24385; «Et nuestro señor Dios (...) fizo commo el buen amigo»: l’esempio XLVIII del ‘Conde Lucanor’ e i suoi paralleli (una rilettura), in El cuento medieval: cruce de culturas, numero monografico della «Revista de poetica medieval», 29, 2015 (http://www.revistadepoeticamedieval.com/); Tempo e spazio nei ‘cuentos’ del ‘Conde Lucanor’: tre esempi, in Letteratura, alterità, dialogicità. Studi in onore di Antonio Pioletti, a cura di E. Creazzo, G. Lalomia, A. Manganaro, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016 (= «Le Forme e la Storia», n.s., 8, 1, 2015 [ma: 2016]), pp. 511- 28); Dio, uomo, mondo: la V parte del ‘Conde Lucanor’, in «Revista de literatura medieval», 29, 2017, pp. 145-69, e Elogio del testo (e dell’autore): il caso del ‘Conde Lucanor’ di Juan Manuel, in Literatura Medieval (Hispánica): nuevos enfoques metodológicos y críticos, coordinado por G. Lalomia y D. Santonocito, San Millán de la Cogolla, Cilengua, 2018, pp. 267-288.
L’interesse per la narratio brevis si è inoltre concretato in altri saggi, dedicati al genere miracolistico, alla Disciplina clericalis, al Decameron e al Sendebar: «A notre loi se convertirent»: il miracolo dell’‘Enfant a un gïu’ di Gautier de Coinci [I 12], in Tra res e verba. Studi offerti a Enrico Malato per i suoi settant’anni, Cittadella [PD], Bertoncello Arti Grafiche, 2006, pp. 15-31; «Qui s’essauce, diex l’umelie; qui s’umelie, diex l’essauce»: il miracle I 14 di Gautier de Coinci, in Incontro di culture. La narrativa breve nella Romània medievale, Atti del Seminario internazionale di Verona, 29-30 maggio 2006, a cura di R. Brusegan e M. J. Lacarra, Roma Salerno Editrice, 2006 [ma 2007; = «Medioevo Romanzo», XXX], pp. 238-57; La Marchesana di Monferrato fra tradizione e innovazione: ancora sulla novella I.5 del ‘Decameron’, in La novella, Soveria Mannelli, Rubbettino [= «Le Forme e la Storia», n.s, VI/2], 2013, pp. 71-85); «Señor, dizen de la estoria del viejo»: il cuento ‘Senex caecus’ del ‘Sendebar’, in «Memorabilia», 19, 2017, pp. 79-89; «Yo te diré quién sabe más que yo»: il cuento Puer 4 annorum del 'Sendebar', in «que ben devetz conoisser la plus fina». Per Margherita Spampinato, a cura di M. Pagano, Avellino, Edizioni Sinestesie, 2018, pp. 525-37; «El mayor saber que en el mundo ay es el dezir»: i racconti ‘Lac venenatum’, ‘Puer 5 annorum’ e ‘Abbas’ nel ‘Sendebar’, in corso di stampa in Avatares y perspectivas del medievalismo ibérico, Actas del XVII Congreso Internacional de la Asociación Hispánica de Literatura Medieval (Roma, 26-30 de septiembre de 2017); «Menester es de entender la mi razón, que quiero dezir el mi saber»: i racconti ‘Lac venenatum’, ‘Puer 5 annorum’ e ‘Abbas’ nel ‘Sendebar’, in Avatares y perspectivas del medievalismo ibérico, coordinado por I. Tomasetti, 2 voll., San Millán de la Cogolla, Cilengua, 2019, vol. I, pp. 843-55; «Sonó por Compostela esta grand maravilla» el milagro VIII de Gonzalo de Berceo, in Revisitando a Berceo. Lecturas del siglo XXI, a cura di F. Domíngues Matito, E. Borsari, Madrid - Frankfurt am Main - San Millán de la Cogolla, Iberoamericana – Vervuert – Cilengua, 2020, pp. 171-95; De la «vetula» de la ‘Disciplina clericalis’ a Madonna Isabella del ‘Decameron’: reescrituras del cuento ‘Gladius’, in Literatura medieval hispánica. Libros, lecturas y reescrituras, coord. M. J. Lacarra, eds. N. Aranda García, A. M. Jiménez Ruiz e Á. Torralba Ruberte, San Millán de la Cogolla, Cilengua, 2019, pp. 709-21; El triunfo del engaño: el cuento ‘Canicula’ del ‘Sendebar’ y sus paralelos, in corso di stampa in Actas del XIII Congreso de la Asociación Hispánica de Literatura Medieval (Barcelona, 2-6 de septiembre de 2019).
Avvalendosi degli strumenti e dei metodi messi a punto negli ultimi anni dalla cosiddetta “filologia materiale” (analisi della composizione “fisica” dei manoscritti, studio dettagliato di tutti gli indizi extratestuali – mise en page, rubriche, capilettere, cambi di mano e/o di inchiostro, spazi bianchi, grattages, interventi di revisione testuale, interpolazioni, ecc. –, esame del corredo illustrativo e suo rapporto con i testi, e così via), un altro progetto di ricerca, avviato parallelamente, si prefigge lo studio della produzione e della circolazione di alcuni testi romanzi, a partire appunto dai testimoni che ce li hanno tramandati. Un primo risultato è stato ottenuto sottoponendo ad analisi la tradizione manoscritta dell’epica spagnola in versi e in prosa; l’esame della confezione dei codici ha consentito di ricavare informazioni sugli ambienti che nel tempo si sono interessati ai testi e sui destinatari cui di volta in volta essi sono stati indirizzati (L’epica spagnola medievale: aspetti della tradizione, in Storia, geografia, tradizioni manoscritte, a cura di G. Paradisi e A. Punzi, Roma, Viella, 2004 [= «Critica del testo», VII], pp. 105-26.). Nel contempo è stata avviata la fase di raccolta e di prima elaborazione dei dati (particolarità codicologiche, caratteristiche linguistiche, indicazioni paratestuali, ordinamento dei componimenti, ecc.) relativi ad alcuni canzonieri castigliani, al fine di meglio comprendere le ragioni che hanno presieduto alla selezione dei testi, precisare l’orientamento e il senso del “montaggio” delle sillogi, chiarirne la committenza, la destinazione e la diffusione, ecc.
In seguito Salvatore Luongo ha avviato una nuova ricerca sui “motivi” nelle letterature romanze medievali, da quelli della “donna onesta” e del “tempo fallace” nella produzione esemplare e novellistica e del “patto con il demonio” nella produzione religiosa, a quelli epici della preghiera formulare, della principessa innamorata del cavaliere prigioniero, della partita a scacchi rivelatrice delle origini dell'eroe, a quelli romanzeschi della fanciulla perseguitata, della fonte magica, della malmaritata, della caccia avventurosa e del viaggio oltremondano. La ricerca si prefigge i seguenti obiettivi: descrivere, attraverso l'esame di un significativo campione di occorrenze, le componenti invariabili di determinati motivi; individuare, laddove possibile, gli archetipi culturali, rituali o sociali, postulabili alla loro origine; ripercorrere il processo della loro formazione; analizzare le trasformazioni che nel passaggio da un tipo testuale all'altro essi subiscono; comparare, allorché reperibili in tipologie testuali o tradizioni letterarie diverse (ad esempio occidentali e orientali), le funzioni che essi sono chiamati a svolgere. L'indagine ha dato finora luogo a tre contributi (Un motivo e i suoi contesti: le preghiere formulari nell’epica e in altri generi, in Temi e motivi epico-cavallereschi fra Oriente e Occidente, VII Colloquio Internazionale «Medioevo romanzo e orientale», Ragusa, 8-10 maggio 2008, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2010, pp. 201-21; Illusione magica e ingratitudine: incrocio di culture nell’esempio XI del ‘Conde Lucanor’, in Culture, livelli di cultura e ambienti nel Medioevo occidentale, Atti del IX Convegno della Società Italiana di Filologia Romanza, Bologna, 5-8 ottobre 2009, Roma, Aracne, 2012, pp. 697-713; «Oí que un rrey que amava mucho las mugeres…»: sull’esemplarità del racconto della “donna onesta” nel ‘Sendebar’, in «Medioevo Romanzo», XXXI, 2007, pp. 130-46).
Con Antonio Gargano ha redatto la rassegna critica de Gli studi iberoromanzi di Alberto Vàrvaro, pubblicata in Studi sull’opera di Alberto Varvaro, «Bollettino del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani», 26, 2015, pp. 117-53.
Salvatore Luongo ha partecipato come responsabile di unità locale al PRIN 2010-2011, Canone letterario e lessico delle emozioni nel Medioevo europeo: un network di risorse on line (bibliografia, manoscritti, strumenti multimediali), e ai progetti internazionali «Formas de la Épica Hispánica: Tradiciones y Contextos Históricos II» e «Magia, Épica e Historiografía Hispánicas: Relaciones Literarias y Nomológicas» del Plan Nacional de Investigación y Desarrollo de España, diretti dal prof. Alberto Montaner Frutos, nell'àmbito dei quali ha pubblicato i seguenti studi: El discutido influjo de la ‘Historia Roderici’ en el ‘Cantar de mio Cid’, in La Chronica Adefonsi imperatoris y la Historia Roderici, a cura di A. Montaner Frutos, «e-Spania» [online], 15 juin 2013, http://e-spania.revues.org/22297 (DOI: 10.4000/e-spania.22297), Da Vivar a Valencia: spazio e tempo nella prima parte del ‘Cantar de mio Cid’, in Forme del cronòtopo nelle lettrature romanze e orientali, a cura di G. Lalomia, A. Pioletti, A. Punzi, F. Nizzo Nervo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2014, pp. 41-57, La “géographie épique” du ‘Cantar de mio Cid’, in «Cahiers d’études d’hispaniques médiévales», 40, 2017, pp. 63-72 (pubblicato, nello stesso volume, anche in fracese e inglese); «Mio Cid Ruy Díaz odredes lo que dixo»”: The Voice of the Narrator, the Voice of the Characters, in A Companion to the ‘Poema de Mio Cid’, a cura di I. Zaderenko e A. Montaner, Leiden, Brill, 2018, pp. 208-46.
Attualmente Salvatore Luongo attende a una ricerca sulla Chanson d’Aspremont, di cui, nell’ambito di un progetto internazionale (finanziato dal FNRS belga) che si pone come obiettivo l’edizione e il commento di tutte le redazioni del poema pervenuteci, sta curando l’edizione di una parte del testo critico.
Salvatore Luongo ha infine curato i cinque volumi (il primo in due tomi) de Lo spazio letterario del Medioevo volgare (Lo spazio letterario del Medioevo, 2. Il Medioevo volgare, dir. P. Boitani, M. Mancini, A. Vàrvaro: vol. I. La Produzione del testo, to. I, [a cura di S. Luongo], Roma, Salerno Editrice, 1999, 653 pp.; vol. I. La Produzione del testo, to. II, [a cura di S. Luongo], ivi, id., 2001, 962 pp.; vol. II. La circolazione del testo, [a cura di S. Luongo], ivi, id., 2003, 681 pp.; vol. IV. L’attualizzazione del testo, [a cura di S. Luongo], ivi, id., 2004, 813 pp.; vol. V. Cronologia e bibliografia della letteratura medievale volgare, ivi, id., 2005, 618 pp.), i due volumi degli Atti del XV Congresso Internazionale della Société Rencesvals (L’épopée romane au Moyen Âge et aux temps modernes. Actes du XIVe Congrès International de la Société Rencesvals pour l’Étude des Épopées Romanes, publiés par S. Luongo, 2 voll., Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 2001, 1027 pp.), e, in collaborazione, altri due volumi (A. Vàrvaro, Identità linguistiche e letterarie nell’Europa romanza, a cura di M. Barbato, S. Luongo, L. Minervini, P.Moreno e G. Palumbo, Roma, Salerno Editrice, 2004, 813 pp.; Intrecci di motivi e temi nel Medioevo germanico e romanzo, Atti del Convegno, Napoli, 27-28 novembre 2007, a cura di R. Del Pezzo, S. Luongo, V. Micillo, D. Piacentino, M. Raffa, Napoli, Dipartimento di Studi letterari e linguistici dell’Europa, 2010, 300 pp.).

Salvatore Luongo è componente del Collegio dei docenti del Dottorato in Studi letterari, linguistici e comparati, membro del Comitato Scientifico Organizzativo del Centro per lo Studio e l’Edizione dei Testi, della Société Rencesvals pour l’étude des epopées romanes, del Centro di studi Pio Rajna, del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, de la Asociación Hispánica de Literatura Medieval e di altre associazioni scientifiche e istituti di ricerca. Dal 2018 è Presidente della Società Italiana di Filologia Romanza.
 



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